sabato 4 ottobre 2008

4. Le armi


4. Le armi


Sulla contaminazione dei videogiochi, film e fumetti che ha portato alla scelta di armi teatrali e inverosimili, e sul perché questa scelta è sbagliata, e riflessioni su qualche arma antica

Nell'epica sono sempre esistite armi dai poteri divini. Si pensi all'Arca dell'Alleanza - che di per sé non è(ra) un'arma, ma che veniva anche usata come tale e in questo caso può sembrare anche fantasy ^^ -, si pensi ad Excalibur, e alle armi dei miti greci e norreni. Se già l'eroe epico aveva qualità straordinarie, grande forza, origini divine, era polytropos, spesso lo si trova accompagnato da oggetti particolari, come corone, anelli, o armi.
Il fantasy trae spunto dal genere epico e cavalleresco e ripropone questo tema. Tuttavia, il tempo ha apportato alcune modifiche.

È una cosa che ricorre spessissimo: l'eroe possiede una spada speciale, una forgiata apposta per lui, da un meteorite o da qualche materiale raro, vi è infusa energia magica, maledizioni, di tutto e di più. Ma dato che questo τοπος è stato trito e ritrito durante i secoli, sembra normale che dopo un po' annoi e appaia anche inverosimile.
Come ho detto nel precedente articolo, sappiamo il necessario sull'uso generale delle armi nel medioevo (ripeto: in questa "rubrica" prendo come soggetto dell'analisi il fantasy classico), grazie a manuali "professionali" che si possono facilmente scaricare da internet - ma non ditelo a nessuno, sennò vi mettono in prigione come se stupraste una ragazzina in mezzo alla strada!

La spada è l'arma più comune. Ma la lancia dovrebbe esserlo.
Fare una lancia non è difficile. Lo facevano gli uomini del paleolitico, figuriamoci nel medioevo. Basta inserire un qualcosa di appuntito su un lungo bastone, per il solo obiettivo di infilzare qualcuno, senza preoccuparsi delle vibrazioni che l'arma riceverebbe (come si faceva con la spada). Ora, in certi fantasy sembra che si conoscano solo le spade. La lancia era comoda: tieni lontano l'avversario, stai al sicuro, ti fai strada tra le difese nemiche ecc. Insomma, la spada era utile, sì, e più o meno diffusa, ma di sicuro un contadino del '200 guardando entrambe avrebbe optato per la lancia.
Appurato dunque che l'arma primaria, per così dire, era la lancia, perché questa storia della spada? Facile. Colpa dei cliché letterari storici. È affascinante il cavaliere, non il soldato comune. Il cavaliere errante, bello, nobile, misterioso, ecc. Un cavaliere, avendo un cavallo, deve avere la possibilità economica. Avere la possibilità economica significa passarsela bene o essere nobili e ricchi. Le storie di cavalieri erranti belli e ricchi e con un bello spadone (...) sono sempre piaciute. Ma i tempi sono cambiati, e la fantasia ha cominciato a dominare negli ultimi secoli, in un po' tutti i campi artistici. È una cosa bellissima, persone che esprimono la loro arte attigendo dai loro sentimenti. Se una volta piaceva solo un certo tipo di storie, ora si può dire che abbiamo la mentalità più aperta (sì, come no...) e accettiamo anche storie di spazzacamini poveracci o marinai sfigati, purché siano belle.
Ma il motivo principale della spada come simbolo del(la) fantasy credo sia tutto nel settore commerciale degli anni '70-'80. La tv, i fumetti ecc., prendevano davvero i luoghi comuni dei romanzi fantasy, e la spada era l'arma storica obsoleta che, non informandosi, la gente riconduceva subito al medioevo, ricavandone così il Conan o il non meglio specificato guerriero-cavaliere impavido, capellone, forzuto e cazzuto. Insomma, i Manowar.

L'arco è per le femminelle... Ma solo nei fantasy stupidi.
Come è stato notato analizzando gli scheletri di alcuni arcieri, la loro colonna vertebrale era deformata, danneggiata. Questo perché tendere la corda di un arco non è cosa da niente. Se avete usato il kit del piccolo indiano con arco di plastica e frecce a ventosa, potreste non essere d'accordo. Ma le cose stanno così. Bisognava essere allenati, e avere molta forza per tendere la corda di un arco. Usando le parole del Duca Carraronan avute in una recente conversazione:
Le dita sono un'ancora. Flettere il legno esterno e comprimere il legno interno dell'arco da guerra richiede uno sforzo dai 45 ai 70 kg di trazione (100-150 libbre) ottenuta tramite bicipite del braccio che tira la corda e dorsale, più l'intervento del pettorale e del tricipite dell'altro braccio che all'inizio aiutano la spinta dando il loro contributo nell'altro senso. In pratica è come se facessi una distenzione con un manubrio da 20 kg con un braccio e una trazione al pulley con 25 kg dall'altro. (...) Un esercizio misto in modo inquietante.
Il Duca Carraronan
Per ulteriori informazioni, leggetevi l'articolo a riguardo - che uscirà a breve.
È sbagliato dunque, nel fantasy, affibbiare alle povere donne l'arco. Anzitutto perché non è detto che siano tutte deboli (ahaha, bella battuta XD), e poi perché in effetti è più facile che una donna combatta con una lancia o una spada. Vista la forza richiesta dall'arco, è più facile tenere un nemico distante agitando la lancia, piuttosto che cercare di flettere una corda durissima mentre quello si avvicina...

E questo è tutto l'essenziale. Alla prossima. :)

4 commenti:

Marvi Santamaria ha detto...

Utilissima questa rubrica!
Penso proprio che la linkerò nel mio blog.

Anonimo ha detto...

a me mi servono le foto del paleolitico cosi so tutto

Anonimo ha detto...

ciao piacere mi chiamo agrippino vi andrebbe di conoscerci?

6 ha detto...

Questo blog mi è stato molto utile, aggiornalo più spesso!
Io stò scrivendo uno Steamfantasy ambientato in un futuro distorto e decadente, in cui gli umani, dopo aver abbandonato la Terra e sterminato gli abitanti del nuovo pianeta da colonizzare vengono puniti dagli Dei, che fanno perdere loro ogni forma di prograsso sceintifico.